I Grandi Parchi americani con il T5
Dopo la lunga pausa dovuta alla difficoltà di reperire la copertura telefonica della mia scheda americana e wifi, eccoci di nuovo di ritorno sul blog con un post dedicato ai grandi parchi americani e canadesi che abbiamo incontrato durante il nostro viaggio;
Da Alcan Border (Alaska) abbiamo dovuto fare la strada di ritorno fino al Grande Prairie (Canada) per poi scendere verso sud per Yellowstone National Park, incredibile parco di cui parliamo più avanti e abbiamo proseguito per il Salt Lake City per incontrare un sordo artigiano di falegnameria (https://www.facebook.com/AllAboutPallets/) che è anche la mia stessa passione, conosciuto tramite Istagram, grazie a lui per la sua disponibilità e tanta bravura visitando il suo negozio. Poi al Lake Bonneville, famoso lago salato dove si fanno i record delle corse di auto e moto e siamo rimasti ben due giorni, rilassandoci ad ammirare i paesaggi incredibili.
Poi scendendo per i grandi parchi…
Yellowstone Valley National Park: è uno dei più frequentati degli Stati Uniti, visitato ogni anno da più di 5 milioni di persone, essendo ricco di straordinarie bellezze naturali, costellato di altissime rupi, cascate spettacolari, alberi giganti e torrenti; per noi è il piu bel parco che abbiamo visitato;
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Bryce Canyon National Park: Il Bryce Canyon è celebre per i caratteristici pinnacoli, gli hoodoos, prodotti dall’erosione delle rocce sedimentarie fluviali e lacustri, erosione dovuta all’azione di acque, vento e ghiaccio. Le rocce hanno un’intensa colorazione che varia dal rosso, all’arancio al bianco;
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Monument Valley: è un pianoro di origine fluviale collocato al confine tra Utah e Arizona, ovvero guglie rocciose celebri in tutto il mondo come icona del West. Le guide sono fornite unicamente dalle popolazioni di indiani navajo che hanno guadagnato quelle terre e si possono trovare delle zone per dormire con roulotte e camper sempre gestite dagli indiani.
La Monument Valley è uno dei simboli degli Stati Uniti occidentali. Il pianoro desertico è in realtà di origine fluviale (Colorado Plateau) e si trova al confine tra Utah e Arizona in un’area abbastanza isolata quanto estesa che dista più di 70 km dalla cittadina più vicina: Kayenta. La strada che conduce alla Monument Valley nella parte terminale è altrettanto famosa: essa segue un percorso rettilineo in leggera discesa che dà al viaggiatore l’impressione di calarsi all’interno della valle. Nella Monument Valley ci vive ancora oggi una tribù di indiani.
Questi monoliti naturali formati da roccia e sabbia hanno la forma di torri dal colore rossastro (causato dall’ossido di ferro) con la sommità piatta più o meno orizzontale; alla base si accumulano detriti composti da pietrisco e sabbiale.
La zona fa parte della Navajo Nation Reservation (dove ancora vive una tribù, con la quale è possibile dialogare con discrezione) ed è un Tribal Park con ingresso a pagamento. Gli indiani gestiscono tutte le attività all’interno della valle, compreso il discusso e costoso View Hotel, inaugurato nel 2009 e costruito sul posto dell’essenziale campeggio che esisteva da 40 anni. Lì e al vicino Visitor Center si possono contrattare le escursioni in jeep, che è possibile in una certa misura effettuare con il proprio veicolo, e si trovano una discreta quantità di bancarelle sulle quali i Navajo vendono gli oggetti di loro produzione, in particolare gioielli. La strada, sterrata e un po’ dissestata, che attraversa la valle è consigliabile percorribile da mezzo 4×4
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Grand Canyon National Park: il Grand Canyon, una gola del fiume Colorado, considerata una delle meraviglie naturali del mondo ma purtroppo ci ha deluso un pò, preferiamo altri parchi ancora più belli;
Con nostro grande dispiacere, abbiamo saltato lo Yosemite National Park, siccome erano in corso degli incendi vasti e le strade erano chiuse.
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Death Valley National Park: quanto ci siamo stati, la temperatura indica 54°, incredibile…!!!
Bisogna risalire ai tempi della corsa all’oro per capire le origini del nome. Nell’inverno tra il 1849 ed il 1850 i cercatori di pepite cercarono di attraversarla ma trovarono la morte nella disperata ricerca di cibo e di acqua. Nonostante questo tragico evento, la Valle della morte continuò ad attirare l’attenzione di molti cercatori e tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento furono scoperte diverse miniere d’oro e d’argento. Nel febbraio del 1933, l’allora Presidente degli Stati Uniti d’America, dichiarò la Death Valley monumento nazionale. In quello stesso anno per far fronte alle difficoltà economiche della Grande Depressione, Franklin Delano Roosvelt fondò il Civilian Conservation Corps, un programma ad hoc con l’obiettivo di fornire lavoro ai disoccupati. Alcuni di essi furono inviati appositamente nella Valle della morte per costruire strade, pozzi, campeggi e linee telefoniche. Nel 1994 la Death Valley viene nominata Parco Nazionale raggiungendo una maggiore popolarità come meta turistica.;
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Sequoia National Park: siamo veramente rimasti colpiti dai maestrali alberi veramente giganteschi che hanno più di 2000/3000 anni di vita. L’attrazione principale è la presenza dell’albero sequoia gigante, compreso il Generale Sherman, il più grande albero della Terra. Il Generale Sherman cresce nella Foresta gigante, che contiene cinque dei dieci alberi più grandi del mondo in termini di volume di legno;
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Campground: tutti i parchi hanno i campeggi interno che costano dai 20 ai 40$ al giorno; invece è proibito il campeggio libero.
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